Fino a quando una di voi tramite il mio IPhone mi dice: "oggi cucino. punto."
Tre parole, un chiaro messaggio.
Non c'è nemmeno bisogno di risposta, perché so che lei sa che ho capito.
E d'altronde questo è il meraviglioso universo dell'amicizia, quella tra donne che io adoro, una delle condizioni imprescindibili per essere felici.
Esco dall'ufficio che è già sera, la spesa da fare, i bambini da riprendere, ma non importa, devo e voglio fare una deviazione.
Suono il campanello, mi aprono, entro e in modo assolutamente sincrono il mio cervello registra:
- profumo di torta
- la cappa che va a velocità 3
- odore di fritto
- il brodo che bolle
- il forno che suona perché qualcosa è pronto
- il lavandino aperto
- il robot che trita/impasta/monta
- burro, sale, pomodoro, funghi, melanzane, zucchero, olio, mozzarella, lievito
La situazione è grave.
Poi vedo lei, una testa di capelli da fare invidia a Cocciante e l'occhio iniettato di vendetta, che mi fa uno dei suoi sorrisi disarmanti e mi dice: "è tutto ok. adesso."
Ci abbracciamo, ci accendiamo una sigaretta e tutto va avanti come sempre.
Perché non c'è nulla di più efficace della "terapia".
Quella che tutte noi abbiamo, personalizzata e segreta ai più, e che pratichiamo ogni volta che qualcosa ci ferisce.
Quella che dobbiamo essere da sole per farla, ma solo perché sappiamo che dopo arriva qualcuno di speciale a cui raccontarla.
... Quella che ieri mi ha fatto tornare a casa con una torta allo yogurt ancora calda e una risata in più nel cuore ...